Concentrazione e pause: Focus e diffuse mode

idee: focus e diffuse mode

Quando una passeggiata può essere più proficua di ore sui libri

Studi sulla memoria hanno constatato che l’essere umano ragiona sfruttando due modalità: la focus mode e la diffuse mode. Sono entrambe essenziali per una profonda comprensione, dipendendo l’una dall’altra. Se immaginiamo la memoria come una grande biblioteca, la focus mode rappresenta i libri con i suoi dettagli. Mentre la diffuse mode rappresenta il database nel quale è possibile cercare titolo per titolo. Insomma una lista dei libri presenti. 

dettagli e connessioni

La focus mode la sfruttiamo per ricordare i dettagli di un concetto in particolare. La diffuse mode invece quando vogliamo dare un’occhiata al database, alla lista degli argomenti, per avere un’ampia idea generale. Infatti quando vogliamo risolvere un problema, e passiamo ore ed ore concentrati sui piccoli dettagli, stiamo sfruttando soltanto la focus mode. Siamo così concentrati che non permettiamo ai nostri circuiti neuronali di reperire informazioni da altre aree. Prendersi piccole pause, rilassarsi e non pensare al problema fa entrare in gioco l’altra modalità, la diffuse mode. Ecco che colleghiamo ciò che avevamo studiato nel capitolo precedente con il problema attuale e abbiamo la soluzione.

attività fisica

L’attività fisica è perfetta per sfruttare questa funzionalità. Numerosi studi dimostrano anche come l’attività fisica possa migliorare le capacità cognitive (1). Una corsa, una passeggiata, un giro in bici, una meditazione (qualsiasi cosa liberi la vostra mente), è estremamente efficace per sfruttare la diffuse mode e associare concetti di differenti argomenti. Ecco quindi che compare per magia una nuova idea o una soluzione ad un problema. 

tecnica della chiave

Grandi menti del passato sfruttavano questa modalità in maniera molto efficace. Salvador Dalì per esempio si addormentava con una chiave in mano. Inizialmente ragionava profondamente su un concetto. Poi si rilassava comodamente su una poltrona con una chiave in mano cercando di addormentarsi. Non appena entrava in uno stato d’incoscienza che precede il sonno, la chiave cadeva al suolo producendo un tonfo e destandolo. Ecco che l’idea era arrivata.

Nello studio è quindi efficace oltre ad una memorizzazione dei dettagli, avere un’idea generale di quello che si sta studiando. Le mind-map sono estremamente efficaci per questo scopo.

A prescindere da quello che si sta facendo, prendersi puntualmente una breve pausa è un modo efficace per ampliare i propri orizzonti

REFERENZE

1 – Cassilhas RC, Lee KS, Fernandes J, Oliveira MGM, Tufik S, Meeusen R, et al. Spatial memory is improved by aerobic and resistance exercise through divergent molecular mechanisms. Neuroscience. 2012;202:309–17.

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