Titolo: The why cafè
Autore: John Strelecky
Commento
Un libro banale scritto in maniera banale. Fu un suggerimento di Liz (Indonesia). Nessun passo che mi abbia coinvolto o che mi abbia insegnato qualcosa o che mi abbia aperto gli occhi su qualcosa. Cerca di essere filosofico ma purtroppo cade nella banalità. Quasi ai livelli di the 5am club…
La scrittura è così semplice e prevedibile che ci si ritrova ad alzare gli occhi al cielo ogni pagina. Strelecky sembra pensare che, usando frasi brevi e staccate, crei un senso di urgenza e di profondità. Invece, si ha l’impressione che stia semplicemente sminuendo i concetti che sta cercando di trasmettere.
Ma parliamo del vero problema di questo libro: le cosiddette intuizioni “profonde”. Strelecky presenta queste perle di saggezza come se fossero rivelazioni rivoluzionarie, mentre in realtà sono solo affermazioni vaghe e stereotipate, che chiunque potrebbe trovare. Per esempio, “La vita è un viaggio, non una destinazione” o “L’unica persona che puoi controllare è te stesso”. Wow, John, come ti sono venute in mente queste idee rivoluzionarie?
Nel complesso è come una lezione di filosofia al liceo tenuta da un supplente che ha appena letto “L’alchimista” per la prima volta.