Dieta e capacità cognitive: un futuro di dementi

zuccheri e cibi processati

Grazie al continuo progresso in campo medico e nel settore sanitario la vita media si è allungata notevolmente. Sempre più persone vivono oltre gli 80 anni. Questo allungamento della vita, assieme al sempre più allarmante aumento di cibi processati nella nostra alimentazione hanno portato ad un esponenziale aumento di malattie croniche ed ad un rapido e progressivo declino cognitivo. In questo articolo andiamo ad approfondire il fattore dieta in relazione alle capacità cognitive ed alcune strategie per prevenire un progressivo declino.

Depressione e demenza

Si stima che nel 2050 ci saranno 2 miliardi di persone sopra i 60 anni di cui almeno 131 milioni saranno affetti da demenza. Senza considerare la depressione che sta raggiungendo in questi anni il primato come seconda maggiore causa di disabilità nel mondo. Ci vantiamo di aver allungato notevolmente la vita media negli ultimi 50 anni ma vivere più a lungo non significa sempre essere in salute. Malattie croniche e patologie multiple, declino cognitivo e depressione sono sempre più comuni tra gli anziani (purtroppo non solo anziani). Diventa quindi fondamentale cercare di prevenire l’insorgere di questi problemi. La priorità del settore sanitario dovrebbe quindi essere la prevenzione e non il mantenere in vita. La dieta è un ottimo punto di partenza. (1)

Zuccheri

è ormai stabilito che le capacità cognitive possono essere influenzate da ciò che assumiamo. Cibi a basso indice glicemico, per esempio, sembrano migliorare memoria e attenzione mentre alimenti ricchi di zuccheri (raffinati e non) sono associati a difficoltà di attenzione e concentrazione (vedi articolo su ADHD). (2)

Neurotrasmettitori/proteine

Il cervello ha bisogno di ricevere continuamente aminoacidi per poter sintetizzare neurotrasmettitori, in particolare serotonina e catecolamine. E bassi livelli di serotonina sono stati associati ad una riduzione in memoria, apprendimento e capacità di ragionare. (2)

Grassi

Anche la qualità e il tipo di grassi che assumiamo con la dieta possono influenzare le nostre capacità cognitive. Una dieta ad alto contenuto di grassi saturi (che dipende molto però dalla qualità e dalla fonte) è stata relazionata ad un deterioramento cognitivo. Al contrario, una dieta ad alto contenuto di grassi insaturi è beneficiosa per prevenirne il deterioramento (protettiva). (2)(3)

Vitamine

Diverse vitamine svolgono un ruolo protettivo migliorando le performance cognitive. In particolare vitamina B1, B6, B9, B12, vitamina D, colina, ferro e iodio (vedi articolo sulla vitamina B). Senza dimenticare gli antiossidanti che hanno un ruolo fondamentale nella difesa contro lo stress ossidativo (associato ad un deterioramento mentale) e in un miglioramento cognitivo. Per citare i più importanti: vitamina A, C, E, zinco, selenio, luteina. (per approfondire consiglio articolo su antiossidanti). (2)(3)

Conclusione

Soprattutto in adolescenti (ma non solo) diete ricche in cibi processati, grassi saturi e idrogenati, zuccheri e dolcificanti sono la norma. Oltre ad influire negativamente sulle abilità cognitive, possono portare allo sviluppo di numerosissime patologie, influenzando lo stile di vita in maniera irreversibile. Abbiamo la conoscenza e la tecnologia per tenerci in vita fino ai 100 anni. Ma che senso ha se non siamo più in grado di vivere pienamente? Con la prevenzione è possibile. E un’adeguata nutrizione è necessaria per la salute e le abilità del nostro cervello.

Referenze

1- Moore K, Hughes CF, Ward M, Hoey L, McNulty H. Diet, nutrition and the ageing brain: current evidence and new directions. Proc Nutr Soc. 2018 May;77(2):152-163.

2- Martínez García RM, Jiménez Ortega AI, López Sobaler AM, Ortega RM. Nutrition strategies that improve cognitive function. Nutr Hosp. 2018.

3- Tucker KL. Nutrient intake, nutritional status, and cognitive function with aging. Ann N Y Acad Sci. 2016 Mar;1367(1):38-49.

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