Trattamenti per il disturbo bipolare

4 immagini che mostrano alternanza tra depressione e mania nel disturbo bipolare e trattamenti spiegati da vivereinmovimento

Il disturbo bipolare colpisce circa l’1% della popolazione mondiale. Sembra un numero irrisorio ma se pensi che in una stanza da 100 persone almeno uno ne soffre non è un numero tanto basso. Chi ne soffre ha il 30% di possibilità in più rispetto ad una persona che non ne soffre di avere tendenze suicide. Il disturbo emerge nei vent’anni (dai 20 ai 25) ma può manifestarsi anche prima. Prima di vedere i possibili trattamenti andiamo a descrivere i due tipi di disturbo bipolare e una breve riflessione sulle implicazioni dei disturbi psicologici.

Disturbo bipolare tipo 1

La caratteristica principale sono periodi estesi di mania: l’umore è elevato, si notano altissimi livelli di energia e impulsività. Sono episodi estremi, distinguibili da momenti di euforia che tutti possiamo sperimentare di tanto in tanto. Questi episodi sono notabili dagli altri ma spesso non da se stessi.

Criteri diagnostici:

L’episodio di mania deve manifestarsi per almeno o più di 7 giorni, in cui si sperimentano tutti i giorni umore ed energie elevati. Devono essere presenti almeno 3 dei seguenti sintomi: – Distrattabilità, attratti da ogni stimolo che avviene nella stanza. – Impulsività di azioni (specialmente comprare oggetti che non servono o che non ci si può permettere). – Grandiosità (non sono bugie ma si credono davvero grandi o vedono opportunità dove non esistono, si sentono eletti, per esempio pensare di essere in grado di scrivere il romanzo del secolo in un pomeriggio). – Cambiano argomento molto spesso, saltando da uno all’altro senza troppa logica. – Estremamente agitati (difficoltà di rimanere seduti o fermi). – Non dormono (e non ne sono toccati, non ne sentono il bisogno), stanno in piedi per una settimana, pieni di energie. – Rapid pressure speech ossia parlano così veloci da mangiarsi le parole (come una mitragliatrice). Bastano 3 di questi sintomi per almeno 7 giorni per essere diagnosticati con disturbo bipolare 1. Tipo 1 significa che non necessariamente cadono negli episodi depressivi. Spesso sperimentano mania e poi tornano ad uno stato normale.

Gli episodi di mania possono essere confusi con TBI (trauma cranici), uso di droghe e farmaci, convulsioni (epilessia), perché si manifestano in maniera simile ma non per lunghi periodi. È importante differenziarle.

Disturbo bipolare tipo 2

In questo caso si alternano episodi di mania e di depressione con maggior intensità e durata della depressione. Generalmente sperimentano ipomania (meno intensa o meno lunga, 4 giorni o meno). Poi cadono in depressione.

Una vita normale

Da notare che spesso chi soffre di disturbo bipolare 1 o 2 vive per la maggior parte del tempo una vita normale, libera da sintomi. In media chi soffre di disturbo bipolare 1 spende il 53% del tempo libera da sintomi, il 2-3% in uno stato depressivo ed il 15% in uno stato di mania. Chi soffre di disturbo bipolare 2 in media spende il 50% del tempo in uno stato depressivo, il 45% libera da sintomi e il 5% in uno stato di ipomania.

Borderline

Il disturbo borderline della personalità è simile per quanto riguarda i sintomi ma diverso nella modalità: questo disturbo è caratterizzato da episodi che sembrano mania ma la differenza è la presenza di un innesco ambientale o situazionale, mentre nel disturbo bipolare non c’è alcun detonatore, semplicemente succedono. Per esempio in una relazione può avvenire che l’altra persona ti adora, ti venera, ti ama e poi tutt’a un tratto dici qualcosa che a loro non piace e cambiano drasticamente opinione (si sentono traditi, ti vedono in maniera negativa) e passi da adorato a detestato, da bello a brutto.

Conseguenze disturbo bipolare e creatività

È estremamente debilitante, rovinando settimane consecutive della vita, a volte non permettendo di fare niente, e nel lungo termine di “perdere” anni della propria vita. Sembrerebbe che la componente genetica nel disturbo bipolare sia alta, dal 50-80%, al contrario di depressione che è attorno al 20%. Ma bisogna considerare che per determinare queste statistiche vengono valutati gemelli, fratelli e cugini e osservano in che proporzione vengono diagnosticati: tutti o solo alcuni? In base alla relazione (se gemelli il codice genetico praticamente identico indica una componente genetica) viene calcolata la percentuale. Ma con questo metodo, lo stile di vita, la cultura e le esperienze non vengono considerate quindi a mio parere questa correlazione è insignificante. Sicuro si può essere più inclini ma è lo stile di vita e le scelte che compiamo ogni giorno a determinare cosa sviluppiamo o meno.

Inoltre è d'obbligo fare una considerazione ben più importante. Questi episodi psicologici sono associati con una estrema creatività e in tutto l'arco della storia hanno permesso la raggiunta delle più sensazionali scoperte. Tantissimi grandi scienziati, e si può verificare nelle biografie, soffrivano di disturbo bipolare, depressivo o mania. Il 90% dei poeti presenta depressione o mania (70% depressione, 20% mania). Il lavoro creativo richiede questi episodi, queste sofferenze come ogni grande raggiungimento richiede sforzi e sacrifici. Se cerchiamo di eliminare ogni sintomo che giudichiamo negativo, elimineremo la diversità e con essa la creatività. Quindi smettiamola di dare etichette e accettiamo il fatto che la sofferenza, in determinate situazioni, ha conseguenze rivoluzionarie.

Storia del litio: piccola digressione

Fu uno psichiatra australiano a scoprire i benefici del litio. John Cade era un soldato che partecipò alla seconda guerra mondiale e fu fatto prigioniero dai giapponesi dal ’42 al ’45. Durante la prigionia osservò i cambi di umore dei prigionieri e ipotizzò la presenza di una molecola nei prigionieri in stati alterati che viene poi espulsa con la pipì, ma quando questa molecola è nel cervello causa episodi di mania. Finita la guerra e liberato, cominciò ad eseguire esperimenti su porcellini d’india. Faceva loro iniezioni di urea di pazienti in uno stato di mania e notava che i porcellini non la tolleravano bene, come fosse tossico, si agitavano. Cade doveva prima diluire l’acido urico con un solvente e dopo vari esperimenti usò il litio. Quando usò il litio notò che gli animali si calmavano. Provò allora ad iniettare loro solo litio e notò un effetto calmante. Da questa scoperta iniziò a sperimentare sugli umani. Scoprì allora il positivo effetto del litio in soggetti che soffrivano di episodi di mania (a quei tempi chiamata psychotic excitement). Così nacque il litio come terapia per chi soffre di disturbo bipolare. Ma essendo un elemento naturale non si poteva brevettare e di conseguenza inizialmente non fu considerato un valido trattamento. Tutt’oggi è economico e non si può brevettare in forme pure, ma chiaramente ci sono case farmaceutiche che creano composti con litio per venderti qualcosa ad un prezzo più alto quando è il litio che fa effetto. La FDA non riconobbe il litio come un trattamento efficace per disturbo bipolare prima del 1977. Oggi è uno dei trattamenti principali.

Effetti litio

Stimola il fattore neurotrofico cerebrale, è antinfiammatorio e un neuroprotettore (previene morte neuronale, in particolare in seguito a stress o sforzi cerebrali intensi. Aiuta a gestire lo stress). Regola la neuroplasticità omeostatica: se un sistema è troppo attivo per lunghi periodi avvengono cambiamenti o meglio adattamenti. Il litio e la ketamina hanno effetto su questa omeostasi, regolando il troppo o il troppo poco. La ketamina è ora approvata da FDA per la depressione. Il litio regola se sono troppo attivi, la chetamina se sono torppo poco attivi, quindi una combinazione delle due per disturbo bipolare dipendendo da episodi di mania o depressivi è un efficace trattamento.

Trattamenti

Gli psichiatri avvertono: tutte le terapie naturali sono pericolose! Certo possono aiutare, ma senza farmaci non si va da nessuna parte, dicono. Lo dicono per vendere meglio il loro lavoro o davvero per evitare i rischi di suicidi? Di certo non possono dire che i farmaci sono sicuri visti tutti gli effetti collaterali. Per non parlare delle terapie elettriche che sono considerate uno dei maggiori trattamenti (vedi electric shock therapy, transcranial stimulation etc). Certo cambiare lo stile di vita non può guarire ma può rendere il disturbo da una debolezza ad un punto di forza. E sottolineiamo bene questo: nessun farmaco è in grado di guarire! Eliminando i sintomi, rendono il disturbo più tollerabile. Se non fosse che causano nel lungo termine effetti secondari che possono far sorgere nuovi problemi. Cambiare lo stile di vita è senza dubbio più difficile, in alcuni casi impossibile, ma porta non solo ad un miglioramento della propria condizione, ma della qualità di vita in generale, senza effetti secondari, se non quelli positivi verso la propria salute.

  • Talk therapy. Evidenze sottolineano: molto efficace ma se in concomitanza all’uso di altri farmaci. Solo talk therapy sembra non essere efficace. È difficile se non impossibile uscirne senza farmaci, sostengono le ricerche. Un esempio di una talk therapy è la cognitive behavioural therapy.
  • Psilocibina. I funghetti che alterano il nostro stato di coscienza. Da assumere non in maniera ricreativa ma in un contesto clinico. Sono estremamente a favore perché non è come un pillola che prendi ed il problema si assopisce, ma richiede un lavoro attivo e parecchio sforzo. Non è la classica scorciatoia.
  • Cannabis. Non è efficace per episodi di mania o di depressione ma aiuta con il sonno evitando quindi di usare farmaci per dormire
  • Inositolo: ha un effetto ansiolitico (anche per persone in salute) e aiuta a dormire meglio
  • Omega 3: ad alte dosi (4g al giorno) peggiora la fase di mania. Ma 9.6g al giorno (dosi esagerate) migliorano sintomi del disturbo bipolare. Migliora notevolmente la depressione e anche la fase di mania.
  • Bilanciare cortisolo/melatonina: esporsi al sole la mattina presto per almeno 5 minuti e guardarlo tramontare per poi evitare luci blu e andare a dormire prima delle 11 e sempre alla stessa ora. Riequilibrando gli ormoni aiuta in entrambe le fasi.
  • Stile di vita: attività fisica, esposizione al freddo, sauna, interazioni sociali e tutte quelle attività descritte in questo articolo (le 33 strategie naturali per mantenersi in salute) aiutano soprattutto (ma non solo) nella fase depressiva.

Riassumendo

Trattamenti per il disturbo bipolare

  • Litio e ketamina
  • Talk therapy
  • Psilocibina
  • Inositolo
  • Omega 3
  • Equilibrio cortisolo/melatonina
  • Stile di vita

Referenze

Le informazioni contenute in questo articolo sono un riassunto (con qualche piccola aggiunta personale) del podcast del Dr. Huberman. Potete trovare l’episodio cliccando QUI